Generazione TQ, un primo passo.


Oggi è uscito il Manifesto di Generazione TQ.

 

Ho partecipato con interesse – anche se con una faticosa distanza di 10.000 km che tra qualche giorno si ricolmerà – fin dalle prime fasi di formazione e di discussione di quello che potrebbe essere definitivo un movimento trasversale: non un gruppo di poetica (domani pare che uscirà su di un quotidiano “storico” una comparazione con il Gruppo 63…), ma un gruppo eterogeneo di politica culturale. Eterogeneo sì, ma anche compattamente critico nei confronti delle logiche del mercato editoriale (senza per questo propugnare una totale libertà dallo stesso, ma piuttosto un principio di bibliodiversità); consapevole dei deficit di cultura e educazione causati dai governi degli ultimi tragici venti anni – tra i quali è evidente l’abbandono della Scuola Pubblica e i colpi inferti all’Università e alla Ricerca; intenzionato ad intervenire riflessivamente e concretamente, con azioni di “disturbo” creativo e incontro pubblico, in spazi da rifunzionalizzare, defunzionalizzati (come biblioteche e librerie), o ancora da aprire totalmente ad un pubblico di lettori e fruitori, ma anche di non-lettori: di addetti ai lavori (traduttori, critici, accademici, scrittori, editor, etc.), di fruitori più o meno informati, ma anche di persone distanti da quello che è divenuto sempre più puro consumo culturale, digestione.

Generazione TQ è nata come appello a fine aprile presso il villino Laterza, si è intrecciata positivamente con l’occupazione del Teatro Valle di Roma, ha avuto dolorosi abbandoni di membri fondatori come Antonelli e Desiati, ma proseguirà da adesso. Il Manifesto tripartito, infatti, è solo un primo passo: rivedibile, a significazione circolare, che aspetta il feedback nelle azioni concrete e viceversa. Dopo l’estate, TQ opererà sul territorio italiano. Al momento, si può aderire “fattivamente” al gruppo: propenendo cioè il proprio intervento, non semplicemente mettendo una firma al Manifesto. Perché questo è il frutto sudato di un lavoro di concertazione, dialogo, discussione anche accesa tra molti scrittori e critici italiani (oggi poche meno di 60, ma con tante adesioni nuove che stanno giungendo freneticamente in queste ore), condotta spesso in modo digitale o telefonico da una parte all’altra della Penisola, e conclusasi con due lunghissime ma meravigliose riunioni romane, nell’Ex-Cinema Palazzi e in sede privata.

Adesso nasce TQ. Portate pazienza, e contributo.

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